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Nata a Pasian di Prato il 5 ottobre
1917 da Oreste Gayno, capitano dell'esercito di origini piemontesi,
e Maria Teresa Bornetto, genovese, fu attrice di talento,
scrittrice, sceneggiatrice.
Fin da adolescente recitò in compagnie
filodrammatiche per diventare - dopo un lungo apprendistato teatrale
- attrice professionista verso i trent'anni, debuttando accanto alla
sua maestra di recitazione, la grande Teresa Franchini; fu poi
scritturata da importanti compagnie: la Scelzo-Paul-Porelli e la
Proclemer-Pisu-Porelli e fu accanto a Lamberto Picasso e Ruggero
Ruggeri e, successivamente, nel "Teatro Moderno" e pirandelliano a
Roma.
Donna di particolare fascino ed
eleganza, nota per il volto aristocratico, Maria Gayno assunse in
quegli anni il nome d'arte di Maria Laura Rocca, dal nome della
nonna, Ottavia Rocca. |
Sposatasi nel 1937 con Giuseppe Bisazza, ebbe da lui un figlio,
Oreste, anch'egli attore di prosa con il nome di Oreste Rocca.
Dopo l'8 settembre 1943, Maria Gayno, ebrea, fu costretta a fuggire
col figlio in Svizzera dove fu internata in un centro profughi.
Dovette acconsentire all'affidamento del bambino ad una famiglia
svizzera, per evitargli le sofferenze e i rischi derivanti
dall'internamento. Avrebbe riabbracciato il il suo bambino oltre un
anno dopo, al termine del conflitto.
Nel frattempo, nel centro di internamento conobbe Umberto Terracini,
tra i fondatori del Partito Comunista Italiano, poi Presidente
dell'Assemblea Costituente nel 1946 e firmatario della Costituzione
Italiana insieme a Enrico de Nicola e Alcide De Gasperi.
Le cronache raccontano che Terracini e la Gayno si sposarono nel
1948 soprattutto per sedare lo scandalo derivante dal loro rapporto
di convivenza, intollerabile per la morale dell'epoca, soprattutto
in quanto inizialmente Maria Gayno risultava ancora sposata con
Giuseppe Bisazza. Una volta legalizzato il suo rapporto con
Terracini, quest'ultimo volle adottare il figlio di Maria Gayno, che
assunse il nome di Oreste Bisazza Terracini, oggi notissimo avvocato
e legale delle famiglie nel processo contro il criminale nazista
Eric Priebke, nonché governatore della Hebrew University di
Gerusalemme.
Tornando a Maria Laura Rocca, approdò nel 1950 al cinema, recitando accanto a Totò nel film
Totò Cerca Moglie. Negli anni seguenti fu presente in più di
venti pellicole, dimostrandosi interprete raffinata e duttile, anche
se non sempre valorizzata adeguatamente.
Tra i registi che ne sfruttarono opportunamente le qualità va
ricordato Carlo Lizzani che la scelse nel cast dello straordinario
"Actung!
Banditi!" del 1951, accanto a Gina Lollobrigida e Andrea Checchi e,
successivamente, nei film "Ai margini della metropoli" (1953),
"Il Gobbo" (1961), "L'Oro di Roma" (1962).
Delusa dal cinema, a metà degli anni Sessanta si ritirò dagli
schermi, dedicandosi - con lo pseudonimo di Mary Eller - alla
sceneggiatura: suo il soggetto e la sceneggiatura del film
L'inafferrabile invincibile Mr. Invisibile (1969), con la regia
di Antonio Margheriti, campione di incassi al botteghino,
soprattutto in Spagna. |
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La sua passione per la scrittura l'aveva inoltre portata, già nel
1959, a pubblicare il libro "Cina senza muraglia", un
interessante diario di viaggio su una Cina allora sconosciuta (leggi
un passo del romanzo): il
libro conteneva una lettera di Francesco Flora, tra i massimi
critici letterari italiani del Novecento.
Dopo un lunga malattia, Maria Gayno morì a Roma il 30 luglio 1999.
E' sepolta, accanto a Umberto Terracini, nel cimitero di Cartosio,
in provincia di Alessandria, piccolo Comune di origine del padre
Oreste e località in cui Maria e Umberto trascorsero ogni estate
negli ultimi 15 anni di vita del padre costituente. (immagini
delle tombe)
FILMOGRAFIA
-
Totò cerca
moglie, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1950)
-
Achtung!
Banditi!, regia di Carlo Lizzani (1951)
-
Art. 519
codice penale, regia di Leonardo Cortese (1952)
-
Disonorata
senza colpa, regia di Giorgio Walter Chili (1953)
-
Ai margini
della metropoli, regia di Carlo Lizzani (1953)
-
Per
salvarti ho peccato, regia di Mario Costa (1953)
-
Canzone
d'amore, regia di Giorgio Simonelli (1954)
-
Una
pelliccia di visone, regia di Glauco Pellegrini (1956) - Con
il nome Maria Luisa Rocca
-
Caterina
Sforza, la leonessa di Romagna, regia di Giorgio Walter
Chili (1959)
-
Un amore a
Roma, regia di Dino Risi (1960)
-
L'oro di
Roma, regia di Carlo Lizzani (1961) - Con il nome Maria
Luisa Rocca
-
L'ira di
Achille, regia di Marino Girolami (1962)
-
Venere
imperiale, regia di Jean Delannoy (1963)
-
Il crollo
di Roma, regia di Antonio Margheriti (1963)
-
L'ultimo
gladiatore, regia di Umberto Lenzi (1964)
-
La sfinge
sorride prima di morire - Stop Londra, regia di Duccio
Tessari (1964) - Con il nome Manuela Kent
-
Oltraggio
al pudore, regia di Silvio Amadio (1964) - Con il nome
Manuela Kent
-
Lo scippo,
regia di Nando Cicero (1965)
-
L'uomo di
Toledo, regia di Eugenio Martín (1965)
-
Te lo leggo
negli occhi, regia di Camillo Mastrocinque (1966)
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Fonti bio-bibliografiche:
- Famiglia Bisazza Terracini: avv. Oreste Bisazza
Terracini, figlio di Maria Laura Rocca
- Corriere della Sera, 28.1.2002 - Bisazza Terracini: io,
adottato in Svizzera per sfuggire ai nazisti, di Paolo Brogi
- Enrico Lancia e Roberto Poppi - DIzionario del Cinema
Italiano - Le Attrici", 2002, Gremese Editore
- Archivi anagrafici e dello Stato Civile del Comune di Pasian
di Prato
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